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orlando innamorato |
[St. 43-46] |
Il re se meraviglia ne la mente
Veggendo un piccolin tanto sicuro;
Lui ne va per dormire incontinente,
Che poi gli piace de vegiare al scuro.
Non se ne avide alcun di quella gente
Che molte zoie dispiccò del muro.
Ben se lamenta di sua poca lena;
Tante ne ha adosso, che le porta apena.
Tutto il consiglio fu da poi lasciato,
E fu finito il lungo parlamento;
Ciascun nella sua terra è ritornato
Per adoprarsi a l’alto guarnimento.
Quel re cortese avea tanto donato,
Che ciascadun de lui ne va contento;
E zoie e vasi d’oro, arme e destrieri
Donava, e a tutti cani e sparavieri.
Ogni om zoioso se parte cantando,
Coperti a veste de arïento e d’oro.
Lasciogli gire e torno al conte Orlando,
Lo qual lasciai con pena e con martoro,
Per la campagna ai piedi caminando,
Poichè ha perduto il destrier Brigliadoro.
Lamentase di sè quel sire ardito,
Poi che si trova a tal modo schernito,
Dicendo: Quella dama io dispiccai
Di tanta pena e della morte ria,
E lei poi m’ha condutto in questi guai
Et hamme usato tanta scortesia.
Sia maledetto chi se fida mai
Per tutto il mondo in femina che sia!
Tutte son false a sostenir la prova:
Una è leale, e mai non se ritrova.