[St. 39-42] |
libro ii. canto xxxi |
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Chè tutti quattro insieme nel sabbione
Se ritrovarno a dar de’ calci al vento.
Rugier tutti gli abatte, el fier garzone,
E sempre cresce in forza et ardimento;
Poi riscontrò Gualtier da Monlïone,
E fuor di sella il caccia con tormento.
Non fu veduto mai cotanta lena:
Quanti ne trova, al par tutti li mena.
Già gli altri saracin, che prima ascosi
Per la tema de Orlando eran fuggiti,
Or più che mai ritornano animosi,1
E sopra al campo se mostrano arditi.
Rugier fa colpi sì meravigliosi,
Che quasi sono e’ nostri sbigotiti,
Nè posson contrastare a tanta possa;
La gente a le sue spalle ognior se ingrossa.
Però che ’l re Agramante e Martasino
Dopo Rugiero entrarno al gran zambello,
Mordante e Barigano e ’l re Sobrino,
Atalante il mal vecchio e Dardinello,
Mulabuferso, il franco saracino;
E dietro a tutti stava il re Brunello,
Benchè conforta ogniom che avanti vada,
Per governar qualcosa che gli cada.2
Rugier davanti fa sì larga piazza3
Che non bisogna a lor troppa possancia,
Nè fuor del fodro ancor la spada cazza,
Però che resta integra la sua lancia.
Ben vi so dir che Carlo oggi tramazza,
E fia sconfitta la corte di Francia.....
Ma non posso al presente tanto peso:
Nel terzo libro lo porrò disteso.
- ↑ T. e P. ritornano; Ml. ritornan.
- ↑ T. accada.
- ↑ T., Ml. e Mr. straza.