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520 | orlando innamorato | [St. 27-30] |
27 Cognobbe Orlando a l’insegna del dosso,
A benchè a poco se ne discernia,
Chè il quarto bianco quasi è tutto rosso,
Pel sangue de’ Pagan che morti avia.
Verso del conte il giovane fu mosso:
Ben vi so dir che ormai de vigoria,
De ardire e forza e di valore acceso,
Una sol dramma non vi manca a peso.
28 E se incontrarno insieme a gran ruina:
Tempesta non fu mai cotanto istrana
Quando duo venti in mezo la marina
Se incontran da libezio a tramontana.
De le due spade ogniuna era più fina:
Sapeti ben qual era Durindana,
E qual tagliare avesse Balisarda,
Che fatasone e l’arme non riguarda.
29 Per far perire il conte questo brando
Fu nel giardin de Orgagna fabricato:
Come Brunello il ladro il tolse a Orlando,
E come Rugier l’ebbe, è già contato,
Più non bisogna andarlo ramentando;
Ma seguendo l’assalto incominciato,
Dico che un sì crudele e sì perverso
Non fu veduto mai ne l’universo.
30 Come loro arme sian tela di ragna,
Tagliano squarci e fanno andare al prato.
Di piastre era coperta la campagna,
Ciascadun de essi è quasi disarmato,
E l’un da l’altro poco vi guadagna:
Sol di colpi crudeli han bon mercato;
E tanto nel ferir ciascun s’affretta,
Che l’una botta l’altra non aspetta.
1. P. di doaao. — 8. Mr. drama - MI., Mr. e P. a peno. — 12. T. e MI. da lib. a tramontana; P. da lib. e. — 20. MI. e P. ho già; Mr. omm. è. —
21. MI. e Mr. lamentando; P. ricontando. — 26. MI. Tagliati e (ei?) squarci.