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514 orlando innamorato [St. 3-6]

3 Era in quel bosco una acqua di fontana;
     Sopra alla ripa il conte era smontato,
     Ed avea cinta al fianco Durindana,
     E de ogni arnese tutto quanto armato.
     Or così stando in su quella fiumana,
     Gionse anche Feragù molto affannato,
     Di sete ardendo e d’uno estremo caldo
     Per la battaglia che avea con Ranaldo.

4 Come fu gionto, senza altro pensare
     Discese de lo arcione incontinente;
     Trasse a sè l’elmo e, volendo pigliare
     De l’onda fresca al bel fiume lucente,
     O per la fretta o per poco pensare
     L’elmo gli cadde in quella acqua corrente,
     Ed andò al fondo sin sotto l’arena:
     Di questo Feraguto ebbe gran pena.

5 L’elmo nel fondo basso era caduto,
     Nè sa quel saracin ciò che si fare,
     Se non in vano adimandare aiuto
     E al suo Macone starsi a lamentare.
     In questo Orlando l’ebbe cognosciuto
     Al scudo e a l’arme che suolea portare;
     Ed appressato a lui in su la riviera,
     Lo salutò parlando in tal maniera:

6 - Chi te puote aiutare, ora te aiute,
     Ed usi verso te tanta pietate,
     Che non te mandi a l’anime perdute,
     Essendo cavallier di tal bontate.
     Così te dricci alla eterna salute
     Cognoscimento de la veritate;
     Nel ciel gioia te doni e in terra onore,
     Come tu sei de’ cavallieri il fiore. -

4. T., MI. e Mr. omm. è. — 8. MI. omm. che; P. battaglia avuta, —

'^l. ^l. e lir. zoglia; T. e MI. omm. $