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510 orlando innamorato [St. 55-58]

55 È la battaglia in sè ramescolata,
     Come io ve dico, a questo assalto fiero;
     De crido in crido al fin fu riportata
     Sin là dove era il marchese Oliviero,
     Che combattuto ha tutta la giornata
     Contra a Grandonio, il saracino altiero,
     E fatto ha l’un a l’altro un gran dannaggio,
     Benchè vi è poco o nulla d’avantaggio.

56 Ma, sì come Olivier per voce intese
     L’alta travaglia ove Carlo è condotto,
     Forte ne dolse a quel baron cortese:
     Lasciò Grandonio e là corse di botto.
     Così fu reportato anche al Danese,
     Qual combatteva, e non era al desotto,
     Anci ben stava a Serpentino al paro;
     De la lor zuffa vi è poco divaro.

57 Ma, come oditte che ’l re Carlo Mano
     Entrato era a battaglia sì diversa,
     Subitamente abandonò il pagano,
     Io dico Serpentin, l’anima persa,
     E via correndo il cavallier soprano
     Poggetti e valli e gran macchie atraversa,
     Sin che fu gionto sotto a l’alto monte
     Ove azuffato è Carlo e Balifronte.

58 Così a ciascun che al campo combattia,
     Fu l’aspra zuffa subito palese,
     Ove il re Carlo e la sua baronia
     Contra Agramante stava alle contese.
     L’un più che l’altro a gran fretta venìa
     A spron battuti e redine distese,
     E sì ve se adunarno a poco a poco,
     Che ormai non è battaglia in altro loco.

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