[St. 51-54] |
libro ii. canto xxx |
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Tre fiate fu ciascun del campo mosso,
Non potendo l’un l’altro sostenire.
La quarta volta se tornarno adosso,
E destinati son de non fuggire.
Petto con petto insieme fu percosso;
L’aspra battaglia e l’orrendo ferire
Or se incomincia e la crudel baruffa:
Questo con quello e quel con questo ha zuffa.1
Re Pulicano e Ottone, il bono anglese,
Se urtarno insieme con la spada in mano;2
Rugiero al campo de’ Cristian distese,
Ciò fu Grifon, cugin del conte Gano.
Ricardo et Agramante alle contese
Stettero alquanto sopra di quel piano,
Ma al fin lo trasse il Saracin de arcione,
Poi rafrontò Gualtier da Monlïone,
E Barigano, el duca de Baiona,
E Gulielmier di Scoccia e Daniforte;
De Carlo Mano la real corona3
Feritte in testa Balifronte a morte.4
Re Moridano avea franca persona,
Nè de lui Sinibaldo era men forte,
Sinibaldo de Olanda, il conte ardito:
Costor toccâr l’un l’altro a bon partito.
Apresso Daniberto, il re frisone,
Col re de la Norizia, Manilardo;
Brunello il piccolin, che è un gran giottone,5
Stava da canto con molto riguardo.
Ma poco apresso il re Tanfirïone
S’affrontò con Sansone, il bon picardo;
E gli altri tutti, senza più contare
Chi qua, chi là se avean preso che fare.
- ↑ V. azzuffa.
- ↑ T. e Ml. urtarno.
- ↑ Ml. E Carlo.
- ↑ T. e P. a Bal.; Mr. e balif.
- ↑ Ml. e Mr. Piccolino, un gran.