506 |
orlando innamorato |
[St. 39-42] |
Come io vi dico, senza alcun riguardo
Qual dietro mena, e qual tocca davante;
Ma quel bon cavallier sopra a Baiardo
Pur fa gran prove, e non potria dir quante.
Mentre ha tal zuffa il principe gagliardo,
Del monte era disceso il re Agramante,
E di tanta canaglia il piano è pieno,
Che par che al crido il mondo venga meno.
Poco davanti è Rugier paladino,
Daniforte vien dietro e Barigano,
Et Atalante, quel vecchio indivino,
Mulabuferso, che è re di Fizano,
E ’l re Brunello, il falso piccolino,
Mordante, Dardinello e Sorridano,
E sieco Prusïone e Manilardo
E Balifronte, il perfido vecchiardo.
Re de Almasilla vien Tanfirïone:
Chi potria racordar tutti costoro?1
Mancavi il re di Septa, Dorilone,
Che dietro ne venìa con Pinadoro.
Provato ha l’uno il figlio di Melone,
E l’altro è copïoso di tesoro:
Perchè e’ ricchi ebban seguir tutti quanti,2
Mandan gli arditi e’ disperati avanti.
Per tal cagione indetro era rimaso
Il re di Constantina e quel di Cetta,
E ben confortan gli altri in questo caso
A gire avanti, ove è la folta stretta.
Ora me aiuta, ninfa di Parnaso,
Suona la tromba e mieco versi detta;
Sì gran baruffa me apparecchio a dire,
Che senza aiuto io non potrò seguire.
- ↑ T. e Ml. racordar.
- ↑ Ml. heban seguir; Mr. hebban seguir; T. hebban a s.: P. han a.