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504 orlando innamorato [St. 31-34]

31 Non fu dato credenza al mio parlare;
     Da Rodamonte apena me diffese,
     Quando a Biserta io presi a racontare
     La possanza di Carlo in suo paese.
     Se io dissi veritate ora si pare,
     Chè faciamo la prova a nostre spese;
     Or fuggi tu, dapoi che ti bisogna,
     Chè qua voglio io morir senza vergogna. -

32 Così dicendo quel crudo vecchiardo
     Via va correndo e Marbalusto lassa;
     Tagliando e nostri senza alcun riguardo
     E sempre dissipando avanti passa.
     Da ciascun canto quel pagan gagliardo
     Destrieri insieme ed omini fraccassa.
     E ne lo andare il forte saracino
     Trovò Ranaldo a fronte e Martasino.

33 Perchè, dapoi che in sè fu rivenuto,
     Fu con Ranaldo di novo alle mano,
     Ma certamente gli bisogna aiuto,
     Chè male il tratta il sir de Montealbano.
     Come Sobrino il fatto ebbe veduto,
     Cridava, essendo alquanto anco lontano:
     - Ove son le prodezze e l’arroganze
     Che dimostravi in Africa di zanze?

34 Ove lo ardir che avesti, e quella fronte
     Che dimostravi in quello giorno, quando
     Con tal ruina giù callavi il monte
     E che stimavi tanto poco Orlando?
     Or questo che ti caccia non è il conte,
     Che avevi morto e preso al tuo comando;
     Questo non è colui che ha Durindana,
     E pur ti caccia a guisa de puttana. -

13. P. ciascun lato. — 25. T., MI. e Mr. Ove lo. — 26. MI. dimostravi

questo.