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CANTO TERZO


         Marfisa vi lasciai, ch’era affrontata
     Ne l’altro canto al re de Circasia.
     Benchè sia forte la dama pregiata,
     Quel re circasso un tal destriero avia,
     Che non vi era vantaggio quella fiata.1
     De ira Marfisa tutta se rodia,
     E mena colpi fieri ad ambe mano;
     Ma nulla tocca e ciascaduno è vano.

         Ecco il re che ne vien come un falcone,
     Gionge a traverso quella nel guanzale;
     Essa risponde a lui d’un riversone
     Quanto puote più presto, ma non vale,2
     Chè via passa de un salto quel ronzone
     Da l’altro lato, come avesse l’ale.
     Mena a quel canto ancor la dama adorna:
     De un altro salto lui di qua ritorna.

  1. P. a quella
  2. T., Ml. e P. puote.