490 |
orlando innamorato |
[St. 43-46] |
Or se saperà se io ragionava invano1
Dentro a Biserta, allor che io fui schernito,
Perchè io lodai di possa Carlo Mano2
E lo exercito suo tanto fiorito.
Traggasi avanti Alzirdo e Pulïano
E Martasino, il quale è tanto ardito,
Chè Rodamonte, alor cotanto acceso,
Per la mia stima adesso è morto o preso.
Tragansi avanti questi giovanetti,
Che mostravano aver tanta baldanza,
E sono usati a giostra, per diletti,
Andar forbiti e ben portar sua lanza.
Et acciò che altri forse non suspetti
Ch’io dica tal parole per temanza,
Gir vo’ con essi; e l’anima vi lasso,
Se alcun di lor mi varca avanti un passo.
Re Martasino a questo ragionare
De ira e de orgoglio tutto se commosse,
E disse: Certamente io vo’ provare,
Se questo Orlando è un om di carne e de osse,
Poi che Sobrin non lo osa ad affrontare,
Che sin da piccoletto lo cognosse.
Chi vol callar, se calla alla pianura:
Nel monte aresti chi de onor non cura.3
Così parlava il franco Martasino:
Non avea il mondo un altro più orgoglioso.
Grossetto fu costui, ma piccolino
De la persona, e destro e ponderoso,
Rosso de faccia e di naso acquilino,
Oltra a misura altiero e furïoso;
Onde, cridando e crollando la testa,
Giù de la costa sprona a gran tempesta.
- ↑ T. Hor sapera se; Mr. separa se; Ml. sapra se; P. Or parerà.
- ↑ T. da poscia; Mr. da possa.
- ↑ Ml. aresti; Mr. ai resti.