[St. 35-38] |
libro ii. canto xxviii |
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Ma, come vidde solo il giovanetto,
Che lo seguiva a piedi per lo piano,
Voltando quel mostazzo maledetto,
Qual gira e piega a guisa de una mano,
Corsegli adosso, per darli di petto;
Ma quel furore e lo impeto fu vano,
Perchè Rugier saltò da canto un passo,
Tirando il brando per le zampe al basso.
Dice Turpin che ciascuna era grossa,
Come ene un busto d’omo a la centura.
Io non ho prova che chiarir vi possa,
Perchè io non presi alora la misura;
Ma ben vi dico che de una percossa1
Quella gran bestia cadde alla pianura:
Come il colpo avisò, gli venne fatto,
Chè ambe le zampe via tagliò ad un tratto.2
Come la fiera a terra fu caduta,
Tutta la gente se gli aduna intorno,
E ciascun de ferirla ben se aiuta:
Ma il re Agramante già suonava il corno,
Perchè oramai la sera era venuta,
E ver la notte se ne andava il giorno.
Or, come il re nel corno fu sentito,
Ogniomo intese il gioco esser finito.
Onde tornando tutte le brigate3
Se radunarno ove il re se ritrova;
Tutti avean le sue lancie insanguinate,
Per dimostrar ciascun che fatto ha prova.4
Le fiere occise non furno lasciate,
Benchè a fatica ciascuna se mova;
Pur con ingegno e forza tutti quanti
Furno portati a’ cacciatori avanti.5
- ↑ Ml. ben indico.
- ↑ T. e Ml. zampe.
- ↑ Ml. Ma hor come.
- ↑ Ml. corrando; T. comando.
- ↑ P. quante Furno portate... avante.