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orlando innamorato |
[St. 31-34] |
Leoni e pardi uscirno alla pianura,
Tigri e pantere io non sapria dir quante;
Qual se arresta a le rete e qual non cura.1
Ma pur fôr quasi morti in uno istante.
Or ben fece alle dame alta paura,
Uscendo for del bosco, uno elefante:
Lo autore il dice, et io creder nol posso
Che trenta palmi era alto e vinti grosso.
Se il ver non scrisse a ponto, et io lo scuso,
Chè se ne stette per relazïone.
Ora uscì quella bestia e col gran muso
Un forte cavallier trasse de arcione,
E più di vinti braccia gettò in suso,2
Poi giù cadette a gran destruzïone,
E morì dissipato in tempo poco;
Ben vi so dir che gli altri gli dàn loco.3
Via se ne va la bestia smisurata,
Nè de arestarla alcun par che abbia possa;
La schiera ha tutta aperta ove è passata,
A benchè de più dardi fu percossa,
Ma non fu da alcun ponto innaverata;
Tanto la pelle avea callosa e grossa
E sì nerbosa e forte di natura,
Che tiene il colpo come una armatura.
Ma già non tenne al taglio di Tranchera,4
Nè al braccio di Rugiero in questo caso;
A piedi ha lui seguita la gran fiera,
Chè il destrier spaventato era rimaso.
Tanto ha quello animale orribil ciera
Per grande orecchia e pel stupendo naso5
E per li denti lunghi oltra misura,
Che ogni destriero avia di lui paura.
- ↑ Mr. e P. omm. e.
- ↑ T., Ml. e Mr. omm. ’l; P. il.
- ↑ T., Ml. e P. gli.
- ↑ T. il (e il?).
- ↑ Ml., Mr. e P. pel.