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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Ma per le dame è ciò poco ristoro,
Quale ha perdute quel baron gagliardo.1
Lasciamo lui, e torniamo a coloro
Che via ne le menarno senza tardo;
E come avanti fôrno a Teodoro,
Lui cognobbe Dor[i]stella al primo guardo,
E lei cognobbe anch’esso al primo tratto,
Come lo vidde, e ciò non fu gran fatto;
Però che ciascadun tanto se amava,
Che altra sembianza non avea nel core.2
Or quando l’un quell’altro ritrovava,
Non fu allegrezza al mondo mai maggiore;
E ciascadun più stretto se abracciava,
Dandosi basi sì caldi de amore,
Che ciascadun che intorno era in quel loco,
Moria[n] de invidia, sì parea bel gioco.3
Poi lui conta alla dama la ragione
Perchè alla Liza era intorno acampato,
E facea guerra al patre Dolistone,
Dicendo: Io venni come disperato,
A lui dando la colpa e la cagione
Che via te conducesse il renegato,
Dico Usbego, che Dio gli doni guai!
Ove ne andasti, non seppi più mai.
La dama ad ogni parte gli respose,
E dègli alla risposta gran conforto,
E la ventura sua tutta gli expose,
E come Usbego a quel palagio è morto;
Poi lo pregava con voce piatose4
Che divetasse ad ogni modo il torto
Quale era fatto a quel baron valente,
Che fo assalito da cotanta gente.
- ↑ Ml. Qual; T., Mr. e P. perduto
- ↑ Ml., Mr. e P. sembranza.
- ↑ Ml. Moria; Mr. Morria; P. Morian.
- ↑ Ml., Mr. e P. pietose.