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450 | orlando innamorato | [St. 7-10] |
7 Nè puotè il re, nè altrui donarli aiuto,
Sì che a Rocca Silvana la portai,
A benchè da ciascun fui cognosciuto,
Però che in quella casa me allevai;
Nè cotal tema poi me ha ritenuto,
Ma robbato ho il suo regno sempre mai,
Dispogliando ciascun sino alla braga;
Ma questo è quello che per tutto paga. -
8 Pensando Brandimarte a cotal dire,
Ne fu contento assai per più cagione;
Pur disse al ladro: - Il te convien venire
In ogni modo a quel re Dolistone,
Qual, come merti, ti farà punire. -
Così dicendo il lega in su un ronzone,
Con gran minaccie se ponto favella,
Poi la sua briglia dette a Doristella.
9 E non parlava quel ladron nïente,
Perchè di Brandimarte avia paura.
Or, giongendo alla Liza, una gran gente
Trovarno armata sopra alla pianura;
E Doristella fu molto dolente,
- Lassa! - dicendo - in che disaventura
Ritrovo il patre a questo mio ritorno,
Che è posto in guerra ed ha l’assedio intorno! -
10 E facendo di ciò molti pensieri,
Scoprisse avanti da cento pedoni
E circa da altretanti cavallieri,
I qual cridarno: - Voi sete pregioni! -
- Altro che zanze vi sarà mestieri, -
Rispose Brandimarte - o compagnoni,
A volerci pigliar così di fatto! -
Tra le parole il brando avia già tratto.
13. T. Qua.