51 Non creder già che per questa paura
Che era incontrata, io me fossi smarita,
Ma più volte me posi alla ventura
Dicendo: "Agli animosi il celo aita."
E benchè sempre uscisse alla sicura,
Non fu la zelosia giamai partita
Dal mio marito, e crebber sempre sdegni,
E pur comprese al fin de’ brutti segni.
52 E di guardarme quasi disperato,
Se consumava misero e dolente,
Sempre cercando un loco sì serrato
Che non se apresse ad anima vivente;
E trovò al fine il palazo incantato,
Ma non vi era il gigante, nè il serpente,
Qual ritrovasti alla porta davante:
Questo a sua posta fece un negromante. -
53 Ragionava in tal modo Doristella
Ed altre cose assai volea seguire,
Chè non era compita sua novella,
Quando vide de un bosco gente uscire,
Ch’è parte a piedi e parte in su la sella:
Tutti erano ladroni, a non mentire.
Ciascaduno di lor crida più forte:
- Colui s’affermi, che non vôl la morte! -
54 - Stative adunque fermi in su quel prato, -
Rispose a quei ladroni il cavalliero
- Chè, se alcun passa qua dal nostro lato,
De aver bone arme gli farà mestiero! -
Un che tra lor Barbotta è nominato,
Senza ragione e dispietato e fiero,
Gli vien cridando adosso con orgoglio:
- Se Dio te vôl campare, ed io non voglio. -