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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Sì come a l’altro canto io vi ebbi a dire,
Ciascun di loro avanti avea gran cazza;
Cristian nè Saracin potean soffrire,
Perchè l’un più che l’altro assai ne amazza.1
Quando la gente gli vide venire,
Ognun a più poter fan larga piazza;2
Come avante al falcone e’ storni a spargo,
Fugge ciascun cridando: Largo! largo!
E quei duo cavallier con gran baldanza
Se urtarno adosso, senza più pensare.
Avea prima ciascun rotta sua lanza,
Ma con le spade ben vi fo che fare,
Menando i colpi con tanta possanza,
Che ciascadun che sta intorno a mirare,
Di trare il fiato apena non se attenta;
Tanto al ferire estremo se spaventa.
Barbute e scudi e usberghi e maglie fine
Ne porta sieco a ogni colpo di spada,
Come lo inferno e il cel tutto ruine,3
E mare e terra con fraccasso cada;
E la piastra, percossa a polverine,
Vola de intorno e non scio dove vada,
Chè ogni pezzo è sì minuto e poco,4
Che non se trovarebbe in alcun loco.
E, se non fosse per gli elmi affatati5
Che aveano in capo, e la bona armatura,
Non vi seriano a quest’ora durati,
Per la battaglia tenebrosa e scura;
Chè tanto sono e’ colpi smisurati,
Che pure a racontarli è una paura;
Quando giongon e’ brandi in abandono,
Par che ’l cel s’apre e gionga trono a trono.
- ↑ P. Perchè un.
- ↑ T. Ogniun; Ml. Ognhom — T. e Ml. fa.
- ↑ P. Par che.
- ↑ Ml. Chogni pezeto.
- ↑ Mr. fossi.