[St. 59-62] |
libro ii. canto xxiv |
415 |
Poi dà tra gli altri e trova Baricheo,
Che ha il tesor di Marsilio in suo domino;
Costui primeramente fu giudeo,
E da poi cristïan, poi saracino,
Et in ciascuna legge fu più reo,
Nè credeva in Macon, nè in Dio divino.
Orlando lo partì dal zuffo al petto:
Non scio chi se ebbe il spirto maledetto;
Non scio se tra’ Giudei, o tra’ Pagani1
Giù ne lo inferno prese la sua stanza.
Il conte il lascia, e tra’ saracin cani
Ferisce ad ogni banda con baldanza.
Sì come in Puglia ne gli aperti piani
Ponesse il foco alcun per mala usanza,
Quando trà il vento e la biada è matura,2
Ben faria largo e netto alla pianura;
Cotal tra’ Saracini il sir de Anglante
Tagliando e dissipando ne veniva.
Ecco longi cernito ebbe Origante,
Ma nol volse ferir quando fuggiva;
Anci correndo gli passò davante,
E poi se volta e nel scudo lo ariva,
E taglia il scudo e lui con Durindana,
Sì che in duo pezzi il manda a terra piana.3
Di Malica segnore era il pagano
Qual v’ho contato che è in duo pezzi in terra;
Orlando tocca Urgino ad ambe mano,
Et in due bande aponto lo disserra.
A Rodamonte, il quale era lontano
E facea in altro loco extrema guerra,
Fu aportato il furore e ’l gran periglio4
Nel quale è Feraguto e il re Marsilio.
- ↑ P. tra.... tra.
- ↑ Mr. immatura.
- ↑ Ml., Mr. e P. mandò.
- ↑ T. e Mr. omm. il; Ml. aportato fuor del.