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[St. 31-34] libro ii. canto ii 31

         Molte altre cose a quel destrier dicia
     Piangendo sempre il duca amaramente;
     In mezo de due dame ne va via,
     Baiardo ha sotto il cavallier valente.
     Sopra de Rabican l’una venìa,
     L’altra de Iroldo avea il destrier corrente;
     Quel de Prasildo, tutto desligato
     E senza briglia, rimase nel prato.

         E caminando insino a mezo il giorno,
     Ad un bel fiume vennero arivare,
     Dove odirno suonare uno alto corno.
     Ora de Astolfo vi voglio lasciare,
     Perchè agli altri baron faccio ritorno,
     Che ad Albraca la rocca hanno a guardare,
     E sempre fan battaglia a gran diffesa1
     Contra a Marfisa di furore accesa.

         Torindo era di fuor con la regina,
     Et ha un messaggio a Sebasti mandato,2
     Alla terra di Bursa, che confina
     A Smirne, a Scandeloro in ogni lato:
     Per tutta la Turchia con gran roina
     Ciascun che può venir, ne venga armato.
     Questi conduce il forte Caramano,
     Che de Torindo è suo carnal germano.

         Egli ha giurato mai mai si partire3
     D’intorno a quella rocca al suo vivente,
     Sin che non vede Angelica perire
     Di fame o foco, e tutta la sua gente;
     Però sì gran brigata fie’ venire,
     Per esser fuor nel campo sì potente,
     Che non possan gir quei de dentro intorno,
     Che or mille volte n’escon fuora il giorno.

  1. Ml. e Mr. a gran.
  2. T. Sebassi.
  3. Mi. e P. mai non; Mr. mai no.