Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
[St. 75-78] | libro ii. canto xxiii | 399 |
Voi ben vedeti che alle vostre mani
Macone ha posta nostra libertate;
Via nel bon ponto, o cavallier soprani,
Contra a’ nemici! e sì ve diportate,1
Che non giongiamo in forza di que’ cani,
Sendo in eterno poi vituperate.
Nostra persona e l’anima col core
Vi acquistareti e insieme il vostro onore.
Non fu nel campo re nè cavalliero,
Qual non se commovesse a cotal dire;
Ma sopra a gli altri Rodamonte il fiero
Di starsi in loco non potea soffrire;
Ma già partirse gli facea mestiero,
Perchè Marsilio gli mandava a dire
Ad esso e a Feraguto alora alora2
Che sian con sieco senza altra dimora.
Onde callarno quei duo saracini,
Che erano al mondo fior di gagliardia.3
Oh quanti cristïan faran tapini!
Donaci aiuto, o Santa Matre pia!
Non menaran la cosa in quei confini
Che se è menata e mena tuttavia;
Ranaldo e Orlando, che or paion di foco,
Avran suo carco e soprasoma un poco.4
Callarno quei baron, che aveano il vanto,
Come io vi dico, di forza e di ardire;
Parve che il mondo ardesse de quel canto
E che la terra se volesse aprire.....
Questo cantare è stato lungo tanto,
Che ormai ve increscerebbe il troppo dire,
Onde io prenderò possa e voi diletto;
Ne l’altro canto ad ascoltar vi expetto.