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orlando innamorato |
[St. 47-50] |
Cominciarno battaglia aspra e feroce
Que’ duo guerrer mostrandosi la fronte,
Benchè Curtana a quelle arme non noce,
Chè eran fatate per tagli e per ponte.
Or cresce un novo crido et alte voce,
Chè un’altra schiera giù calla del monte,
Maggiore assai de l’altre due davante:
Non fur vedute mai gente cotante.
Colui che vien davanti, è Folicone,
Il figlio de Marsilio, che è bastardo,
Che ha de Almeria la terra e il bel girone:1
Ben vi posso acertar che egli è gagliardo.
Larbin de Portugallo, il fier garzone,
Gli viene apresso in su un corsier leardo;2
Maricoldo il Galego, che è gigante,
Vien seco, e lo Argalifa e il re Morgante;
Et Alanardo, conte in Barzelona,
Vi venne, e Dorifebo, il fier pagano,
Qual porta di Valenza la corona,
E il conte de Giron[d]a, Marigano,
E il franco Calabrun, re de Aragona.
Par che quel monte giù roini al piano;
A sì gran folta ne vien via la gente,
Che par che il cel profondi veramente.
Quando re Carlo vidde gente tante,
Ben se crede quel dì de aver gran scorno;
Chiamando a sè Ranaldo e il sir de Anglante,
Filioli, dicea, questo è il vostro giorno!
E poi mandava un messo a Bradamante
Che, giù voltando quella costa intorno,
Quanto nascosta può per quella valle
Ferisca a i Saracin dietro alle spalle.
- ↑ Mr. e P. omm. e.
- ↑ T. vienne; Ml. vien; Mr. venne.