Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/40

30 orlando innamorato [St. 27-30]

         Presto dismonta e passa la ferrata,
     In ripa al lago corse incontinente.
     Una ora ben compita era passata,
     Dentro a quell’acqua non vede nïente.
     Or s’egli aveva l’alma adolorata
     Dovetelo stimar certanamente;
     Poi che perduto ha il suo caro cugino,
     Più che si far non scia quel paladino.

         Passava il ponte ancor quella donzella1
     Et a l’alto cipresso se ne è gita;
     Dal troncon desligò la sua sorella,
     E de’ soi panni l’ebbe rivestita.
     Astolfo non attende a tal novella,
     Preso di doglia cruda et infinita:
     Crida piangendo e battese la faccia,
     Chiedendo morte a Dio per sola graccia.

         E tanto l’avea vento il gran dolore,
     Che se volea nel lago trabuccare,
     Se non che le due dame con amore
     L’andarno dolcemente a confortare.
     Che? dician lor. Baron d’alto valore,
     Adunque ve voleti disperare?
     Non se cognosce la virtute intera
     Se non al tempo che fortuna è fiera.

         Molti saggi conforti gli scian dare,
     Or l’una or l’altra con suave dire,
     E tanto seppen bene adoperare,
     Che da quel lago lo ferno partire.
     Ma come venne Baiardo a montare,
     Credette un’altra volta di morire,
     Dicendo: O bon ronzone! egli è perduto
     Il tuo segnore, e non gli hai dato aiuto?

  1. T. Passa.