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388 orlando innamorato [St. 31-34]

31 Guido abattuto fu da Serpentino,
     Io dico Guido il conte de Monforte,
     E non il Borgognon, che è paladino,
     Il qual si stava con re Carlo in corte.
     Or Balugante, il forte saracino,
     Al conte de Rivera diè la morte,
     Dico a Iachetto; gionselo al costato,
     E via passando lo distese al prato.

32 Quando il Danese vidde Balugante,
     Che avea in tal modo morto il giovanetto,
     Turbato acerbamente nel sembiante
     Sprona il ronzone adosso al maledetto.
     Gionse al cimier, che è un corno de elefante,
     E specciòl tutto e roppe il bacinetto,
     E se dritto il colpiva a compimento,
     Tutto il fendeva di sotto dal mento.

33 Ma il brando per traverso un poco calla,
     Sì che una guanza con la barba prese,
     E venne gioso e colse nella spalla,
     Nè piastra grossa o maglia la diffese.
     Nel scudo de osso il bon brando non falla,
     Ma seco ne menò quanto ne prese,
     E fo sì gran ferita e sì diversa,
     Che quasi ha lui da poi la vita persa.

34 Ma Balugante volta il suo ronzone
     Menando le calcagne forte e spesso,
     Sin che fo avante al re Marsilïone,
     Come io vi contarò qua poco apresso.
     Ora Oliviero abatte Sinagone,
     Ed hagli il capo insino ai denti fesso:
     Barbuta non gli valse o l’elmo fino;
     E poi se volta e segue Malgarino.

13. Mr. è MM colj)0. — 22. P. E seco. — 23. P. fu.