[St. 19-22] |
libro ii. canto xxiii |
385 |
Con la bandiera a scacchi neri e bianchi1
Ricardo e’ soi Normandi è sieco in schiera;
Guido e Iachetto, che èn duo baron franchi,
L’un de Monforte e l’altro de Riviera.
Sei de sei millia non credo che manchi2
Di questa gente, che è animosa e fiera;
Ne vien correndo e mena gran pulvino,
Per assalire il campo saracino.
Marsilio avea mandato Balugante,
Che refrenasse quello assalto un poco,
Acciò che le sue gente, che son tante,
Potesse trare alquanto di quel loco.
Serpentino era sieco e lo Amirante
E il re Grandonio, l’anima di foco;
Con più de trenta millia de Pagani
Callarno il monte e gionsero in que’ piani.
Suonâr le trombe, e con molta tempesta
L’un verso l’altro a gran crido se mosse
A tutta briglia, con le lancie a resta,
E con fraccasso l’un l’altro percosse.
Aspra battaglia non fu più di questa:
Volarno i tronchi al cel de l’aste grosse3
E l’arme resuonarno insieme e’ scudi,
Quando scontrarno insieme a li urti crudi.
Era al principio questo un bel riguardo
Per l’arme relucente e pe[r] cimieri;
Ciascun destriero ancora era gagliardo,
Coperte e paramenti erano intieri;
Ma, poi che Salamone e il bon Ricardo
E Iachetto con Guido, e baron fieri,
Intrarno furïosi alla gran folta,
La bella vista in brutta fu rivolta.
- ↑ P. unisce questo verno, per il senso, alla st. 18.
- ↑ Ml. Sedeci.
- ↑ T. Volando; Mr. Volando... di quelhaste; P. Volando... cel, quell’.