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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Re Carlo ne venìa per la campagna,
Et avea sieco il fior de’ Cristïani
De l’Ongheria, di Franza e de la Magna,1
E la sua corte, quei baron soprani;
Ma quando vidde la gente di Spagna
Tutta assembrata per callare a i piani,
Chiamò Ranaldo et ebbe a lui promesso
Non dar la dama a Orlando per expresso,
Pur che facesse quel giorno col brando
Sì fatta prova e dimostrazïone,
Che più di lui non meritasse Orlando.
Poi d’altra parte il figlio de Milone
Fece chiamar da parte, e ragionando
Con lui gli diè segreta intenzïone
Che mai la dama non avrà Ranaldo,
Pur che combatta il giorno al campo saldo.
Ciascun di lor quel giorno se destina
Di non parer de l’altro mai peggiore.
Ahi sventurata gente saracina,
Che adosso ben ti viene un gran romore!
Quei duo baron faran tanta ruina,
Che mai fu fatta al mondo la maggiore.
Or tacete, segnori, e non v’incaglia,2
Ch’io vo’ contare un’aspra e gran battaglia.
Re Carlo Mano avea fatte le schiere
Molto ordinate e con gran sentimento;
Il nome de ciascuno e le bandiere
Poi sentirete e l’altro guarnimento,
Secondo che usciran le gente fiere
Che contra lor ne van con ardimento.
Ma la prima che è gionta alla campagna3
È Salamone, il bon re de Bertagna.
- ↑ T. la magna; Mr. di la m.: Ml. de Limagna.
- ↑ Ml. vencaglia. —
- ↑ T. o Mr. omm. la; P. il primo che è già.