[St. 3-6] |
libro ii. canto xxiii |
381 |
Andando Feraguto a Montealbano
E Rodamonte, come io ve contai,
Che preso ha Malagise e Vivïano,1
Via caminando non restarno mai,
Sin che trovâr lo exercito pagano,
Che avea gran nobiltate e gente assai;
Re, duci, cavallier, marchesi e conti
Coperti di trabacche han piani e monti.
Feraguto andò avanti al re Marsilio,
E conta in breve, stando ingenocchiato,
Sì come a Malagise diè di piglio,
E Rodamonte assai gli ebbe lodato.2
Il re, che più l’amava assai che figlio,
Oltra meza ora lo tenne abracciato,
Baciandolo più volte, e per suo amore
A Rodamonte fece un grande onore.
Balugante era in campo e Falcirone,
Fratei del re, con molta baronia,
L’un de Castiglia e l’altro di Leone,
E Maradasso, il re de Andologia,
E il re di Calatrava, Sinagone,
Grandonio di Volterna in compagnia,
Qual dapoi mise e’ Cristïani al fondo
(Sopra a Moroco regna il furibondo);
Re de’ Galegi, il quale era pedone,
Chè destriero al portar non ha balìa,
Vi venne Maricoldo col bastone;
Ma di Biscaglia alcun non vi venìa,3
Perchè il re Alfonso tien la regïone,
Bon cristïano e de alta gagliardia,
Di cui la stirpe e ’l bel seme iocondo
Non Spagna sol, ma illuminato ha il mondo.
- ↑ Mr. omm. ha; P. ha preso.
- ↑ T. omm. gli.
- ↑ T. e MI non vi.