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[St. 59-62] | libro ii. canto xxii | 379 |
Fuggiano urlando e stridendo con pianti,
Chè eran spezzati e non potean morire;
E dove prima al bosco eran cotanti,
Ora son pochi, e ciascun vol fuggire.
A benchè Malagise con incanti
Facesse alquanto il campo mantenire,
Pur non gli puote ritenere al fine,
Che irno in profondo alle anime tapine.
Esso, veggendo il fatto andar sì male,
A fuggir cominciò con Vivïano;
Ma tal fuggire ad essi poco vale:
Feraguto gli segue per il piano
Sopra a un destrier che par che metta l’ale,
E in somma ambi li prese a mano a mano,
Benchè pur ferno alquanto de diffesa;
Ma Rodamonte gionse alla contesa.
Et ambi gli legarno in su un ronzone,
E verso Montealbano andarno via,
Per presentarli al re Marsilïone.
Segnori e grazïosa compagnia,
Io voglio mo finire il mio sermone,
Seguendo poi con bella diceria
La istoria cominciata e la gran guerra:
Dio vi contenti in celo e prima in terra.