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orlando innamorato |
[St. 55-58] |
Con quel rampone agriffa gli usurari,
Conducendoli a ponto ove li piace,
Perchè ha possanza sopra de li avari,
E giù gli coce in quel fuoco tenace,1
E piglia preti e frati a i scapulari,
Perchè ciascun di loro è suo seguace.
Ora al presente a Feraguto è intorno;
Ben se diffende il cavalliero adorno.
E quel ferì de un colpo sì diverso,
Che io vi scio dir che l’altro non aspetta,
E a tutti gli altri mena anco a traverso;
Ma tanta era la folta maledetta,
Che sol cridando quasi l’han somerso.
Ora ecco un altro, che ha nome Falsetta,
Ingannatore e de ogni vizio pieno:
A fraude e trufferia mai non vien meno.
Costui con Feraguto fie’ battaglia,
Non gli stando però molto dapresso,
Ma errando intorno gli dava travaglia,
Fuggendo e ritornando a gioco spesso.
Mal fa chi sì gran pezzo al panno taglia,
Che non scia de cusirlo per expresso;
Credea Falsetta ad arte e con inganni
Tenire il cavallier sempre in affanni.
Ma Rodamonte, che venìa da lato,
A caso riscontrò quel maledetto;
Intra le corne il brando ebbe callato,
E divise la testa e tutto il petto.
Via va cridando quel spirto dannato,
Ma dove andasse, io non so per effetto,
E Rodamonte dà tra quei malvasi,
Benchè ormai pochi al campo sian rimasi.