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338 | orlando innamorato | [St. 23-26] |
23 Sino alla croppa lo fece piegare
Al colpo smisurato che io vi conto,
Ni stette già per questo a indugïare,
Ma mena l’altro e in fronte l’ebbe gionto;
Ed era Norandin per trabuccare,
Se non che Orlando allor se mosse a ponto,
E tanto fece, che il trasse de impaccio
Sin che il rivenne, e lo sostenne in braccio.
24 Onde Costanzo per questo adirato
Adosso al conte gran colpi menava;
Ma lui, come in arcion fosse murato,
Di cotal cosa poco se curava.
Ma sendo Norandino in sè tornato,
Che a sostenirlo più non lo impacciava,
Verso Costanzo se rivolse il conte,
E lui percosse in mezo della fronte.
25 Qualunche ha un cotal colpo, non vôl più,
Chè bene è paccio chi il secondo aspetta.
Ora Costanzo al primo andò pur giù,
Di lui rimase la sua sella netta.
Diceva ad esso il conte: - Or va là tu,
Che menavi a ferirme tanta fretta,
Quando io stavo occupato ad altra posta;
Or vien adesso e con meco te accosta. -
26 Lui già non se accostò, ma cadde a terra,
Come io vi dico, col capo davante;
Ma ’l conte adosso a un altro se disserra,
Sì che lo fece al cel voltar le piante.
Grifone in altra parte facea guerra
Da l’un de’ lati, e da l’altro Aquilante;
Nè se avedean de tal destruzïone,
Nè de Costanzo che ha tratto de arzone.
4. P. menò. — 8. MI. revenne; Mr. re vene e lo sostene. — 16. MI. e Mr. o megio; P. a mezzo. — 21. MI., Mr. e P. adesso. — 24. MI. Vinn. — 29. T
fere. — 32. MI. dha; Mr. rhe. n \ T. cMf ha.