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orlando innamorato |
[St. 15-18] |
Or cominciano a entrare e’ cavallieri:
Ben vi scio dir che ciascuno è forbito,
Con ricche sopraveste e con cimieri;
Ogniom se mostra nel sembiante ardito,
Di qua de là spronando e gran destrieri,
Perchè il torniero in due schiere è partito:
Costanzo de una parte è capitano,
De l’altra Norandino il Sorïano.
Gnacare e corni e tamburini e trombe1
Suonorno a un tratto intorno della piaccia;2
Trema la terra e par che il cel rimbombe,
E che lo abisso e il mondo se disfaccia.
Tutte le dame, a guisa de colombe,
Per l’alto crido se smarirno in faccia;
Ma i cavallier con furia e con tempesta
A tutta briglia urtâr testa per testa.
Nè si vedean l’un l’altro e’ campïoni,
Benchè ciascuno avesse a l’urto accolto;
Ma il fremir delle nare de’ ronzoni
Avea sì grande il fumo a l’aria involto,
E sì la polve alciata in que’ sabbioni,3
Che avea il vedere a tutti avanti tolto,4
Nè se guardava l’ordine, o la schiera,
Ciascun menando a chi più presso gli era.
Ma poi che il fatto fu aturato un poco5
E cominciò l’un l’altro a discernire,
Apparve in quella piazza il crudo gioco,
E colpi dispietati, il gran ferire;
Avanti, a mezo, a dietro, in ogni loco,
Si vedea gente de gli arcioni uscire;
Per tutto è gran travaglia e grave affanno,
Ma chi è di sotto, è quel che porta il danno.
- ↑ Ml. Gnachere.
- ↑ P. a un tempo; Ml., Mr. e P. intorno a la p.
- ↑ T. e Ml. E la polve alciata in que sentieri.
- ↑ P. Che aveva a tutti avanti il veder.
- ↑ T. più aturato; Mr. aturato (o aiutato?); P. attutato.