[St. 11-14] |
libro ii. canto xx |
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Un monte acceso portava nel scuto1
E similmente nel cimero in testa;
E ciascun che con esso era venuto
Avea pur tale insegna e sopravesta.
Così fu degnamente recevuto
Con molto onor da tutti e con gran festa;
Ma sopra gli altri lo onorò Lucina,
Chè più che sè lo amava la tapina.
E già, passando il tempo, è gionto il giorno
Che ’l tornier dovea farsi in su la nona,
Et ogni cavaliero andava intorno
Facendo mostra della sua persona,
L’un più che l’altro a meraviglia adorno.
De trombe e de tamburi il cel risuona;
Per ben vedere, avante ogniom si caccia:
Preso è ogni loco intorno della piaccia.
Ma da l’un capo uno alto tribunale
Per le dame e regine era ordinato,
Ove Lucina in abito reale
E l’altre vi sedean da ciascun lato.
Mostravan poche il viso naturale,2
Le più l’avean depinto e colorato:
Turpino il dice, io nol so per espresso,
Benchè sian molte che ciò fanno adesso.
Angelica là sopra era tra loro,
Qual se mostrava un sole infra le stelle;
Con una vesta bianca, adorna d’oro,
Senza alcun dubbio è il fior de l’altre belle.
Re Tibïano e il suo gran concistoro
Da l’altro lato incontra alle donzelle
Se stava al tribunal, che era adornato
Di seta e drappi d’oro in ogni lato.
- ↑ T. e Ml. scudo.
- ↑ T., Ml., Mr. e P. poco.