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orlando innamorato |
[St. 7-10] |
E, volendo esso andare a quel torniero,
Ebbe la lor venuta molto grata,
Cognoscendo ciascun bon cavalliero
Per farli un grande onore a quella fiata;
Avengachè Grifone è in gran pensiero,
Perchè Origilla, sua dama, infirmata
Era di febre tanto acuta e forte,
Che quasi è stata al ponte de la morte.1
Ma pure, essendo migliorata alquanto,
Partì da lei, benchè gli fusse grave,
Nè se puotè spiccar già senza pianto,
Et intrò con Costanzo alla sua nave.
Indi passarno ove il fiume di Xanto
Ha foce in mare, e con vento soave
Gionsero in Cipri, come io vi ho contato,
Ciascun bene a destriero e ben armato.
Molti altri ancora che io non vi racconto,
Baroni e cavallieri e damigielle,
Eran venuti, e tutti bene in ponto
De arme e destrieri e de robbe novelle.
Quando fu Norandino in Cipri gionto,
Le cose de ciascun parvon men belle,
Perchè è si ben guarnito e adorno tanto,
Che sopra gli altri ogni om gli dava vanto.
Nel porto a Famagosta poser scale,
E via ne andâr di lungo a Nicosia,
Quale è fra terra la cità reale,
E Tibïano il seggio vi tenia.
Quivi con festa e pompa trïomfale,
Con duci e conti e molta baronia
Intrò il re di Damasco tutto armato,
Con trombe avanti e bene accompagnato.