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[St. 43-46] | libro ii. canto xix | 327 |
43 Però che questo è rotto e discucito;
Tu te ’l farai conciar poi per bell’agio. -
E Brandimarte, quando l’ebbe odito,
Disse nel suo pensier: "L’omo malvagio
Non se può stor al male onde è nutrito;
Nè di settembre, nè il mese di magio,
Nè a l’aria fredda, nè per la caldana
Se può dal fango mai distor la rana."
44 E senza altra risposta disdegnoso
Imbracciò il scudo ed isfidò il ladrone;
E fu questo altro assalto furïoso,
Spezzando e scudi ed ogni guarnisone,
Ed era l’uno e l’altro sanguinoso,
Crescendo ogniora più la questïone;
Nè più vi è di concordia parlamento,
Ma trarse a fine è tutto il lor talento.
45 Or Brandimarte afferra il brando nudo,
Chè destinato è di donarli il spaccio,
E disserra a due mano un colpo crudo
Per il traverso adosso a Barigaccio,
E tagliò tutto con fraccasso il scudo,
Quale era de osso, e sotto a quello il braccio.
A quel gran colpo ogni arma venne manco,
E sino a mezo lo tagliò nel fianco.
46 Lui cadde a terra biastemando forte,
Ed al demonio se racomandava,
E benchè Brandimarte lo conforte,
Con più nequizia ognior se disperava;
Ma il cavallier non volse darli morte,
E così strangosciato lo lasciava,
Partendosi di qua senza dimora;
Ma lui moritte appresso in poco d’ora.
5. MI. $tuor ài mal ; l£r. $tore al m.; P. Horre al wtale. — 6. T. magio.
- 10. T. • MI. et ièfido ; Mr. et diffido. — 18. T. qxuw.