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[St. 11-14] libro ii. canto xix 319

11 Perchè il scaglione è tanto diruppato,
     Che non che alcun destrier possa salire,
     Ma non vi puote lui montare armato,
     Onde si cominciava a disguarnire.
     Marfisa dal più sconcio ed alto lato
     Portò la dama per farla morire:
     In braccio la portò sopra a quel sasso
     Per trabuccarla dalla cima al basso.

12 E Fiordelisa menava gran pianto,
     Come colei che morta se vedia,
     E ’l cavallier ne faceva altro tanto,
     E de ira e de dolor quasi moria.
     Egli è coperto de arme tutto quanto,
     E di camparla non vede la via;
     Se ben salisse, salirebbe invano,
     Chè a suo mal grato fia gettata al piano.

13 Onde con pianto e con dolce preghiera
     Incominciò Marfisa a supplicare
     Che non voglia esser sì spietata e fiera,
     Sè proferendo e ciò che potea fare.
     Sorrise alquanto la donzella altiera,
     Poi disse: - Queste zanze lascia andare:
     Se costei vôi campare, egli è mestiero
     Che l’arme tu me doni e il tuo destriero. -

14 Or non fu molta indugia a questo fatto,
     Chè ciascaduno il prese per megliore.
     A Brandimarte parve un bon baratto
     Se ben cambiasse per sua dama il core;
     Così Marfisa ancora attese il patto,
     E, preso che ebbe l’armi e il corridore,
     Lasciò la dama che avea giù portata,
     E salta in sella e via cavalca armata;

7. P. omm. a. — 8. T. e P. traboccarla ; ÌLI. trabucarla. — 11. P. altret- tanto. — 15. T. taUsce. - 16. MI. e Mr. grato; T. $ia g. - 28. T. e MI.

cangiaue.