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orlando innamorato |
[St. 51-54] |
Ben vi so dir che gli fuggì la fame
A quel convito dispietato e fiero,
Se ben ne avesse avuto maggior brame.
Ma torna adietro e prende il suo destriero,
Deliberato di cercar le dame,
Chè ritrovarle avea tutto il pensiero.1
E diceva piangendo: Or chi me aiuta2
Forza nè ardir, se mia dama è perduta?
Se mia dama è perduta, or che mi vale
Aver morto costor dal brutto viso?
Che, se io non la ritrovo, era men male
Esser da lor con quei bastoni occiso.
O Patre eterno! o Re celestïale!
O Matre del Segnor del paradiso!
Datime presto l’ultimo conforto,
Ch’io la ritrovi, o che io presto sia morto.
Piangendo il conte parlava così,
Come io vi ho detto, e nella selva intrò;
Errando andò per quella in sino al dì,
Ma ciò ch’el va cercando non trovò.
Essendo l’alba chiara, et ello odì
Cridar: Va là! va là! chè ella non può
Scappare ormai più fuora di quel passo,
Chè là davanti è ruïnato il sasso.
Dricciosse Orlando ove colui favella,
E presto del cridar vidde lo effetto,
Perchè cognobbe quella gente fella
De’ Lestrigóni il popol maledetto,
Che avean cacciata Angelica la bella
Ove se era condutta al passo stretto,
Che arendersi bisogna a chi la caccia,3
O roïnarsi da ducento braccia.
- ↑ Ml. Cha rit.; P. Che a rit.
- ↑ P. Or che.
- ↑ Ml. e Mr. arender si; P. arrendersi.