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310 orlando innamorato [St. 43-46]

43 Antropofàgo, il re crudo e superbo,
     Gli pose adosso il dispietato ungione,
     Dicendo a gli altri: - Questo è tutto nerbo:
     Da gli occhi in fora non c’è un buon boccone. -
     Sentendo Orlando lo attastare acerbo,
     Per quella doglia uscì de stordigione,
     E saltò in piede il cavallier soprano;
     Come a Dio piacque, a lor scappò di mano.

44 Dietro gli è il re con molti Lestrigoni,
     Cridando a ciascadun ch’e passi chiuda;
     Chi gli tra’ sassi, e chi mena bastoni:
     Tutta gli è adosso quella gente cruda,
     Nè lo lascia partir de que’ cantoni.
     Ora ecco ha vista Durindana nuda,
     Che avean lasciata quei ribaldi a terra;
     Ben prestamente il conte in man l’afferra.

45 Quando se vidde la sua spada in mano,
     Pensati pur tra voi se il fo contento.
     Ove se imbocca quel vallone a piano,
     Eran firmati di costor da cento,
     Tutti di viso ed abito villano;
     Nè scudo o brando o altro guarnimento,
     Ma pelle d’orsi e di cingiali in dosso
     Avea ciascun, e in mano un baston grosso.

46 Il conte Orlando tra costor se caccia,
     Menando il brando a dritto ed a roverso,
     E l’un getta per terra, e l’altro amaccia,
     Questo per lungo e quel taglia a traverso;
     Spezza e bastoni e seco ambe le braccia,
     Ma quel rio populaccio è sì perverso
     Che, avendo rotto e perso e piedi e mane,
     Morde co’ denti, come fa lo cane.

4. MI. e Mr. bo». — 9. MI. Detro ; Mr. Detrogli. — 10. P. al piano. -

81-83. P. mani - come fouer cani.