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306 orlando innamorato [St. 27-30]

27 Levando alto a due mano il brando nudo,
     Mena con furia al mezo della testa.
     Or lui coperto avea l’elmo col scudo:
     Nè l’un nè l’altro quel gran colpo arresta,
     Chè il scudo e l’elmo ruppe il brando crudo,
     E cadde Menadarbo alla foresta,
     Partito dalla fronte insino ai denti;
     Or vi so dir che gli altri avean spaventi.

28 Ma non di manco gli stavano intorno,
     E chi lancia da longi e chi minaccia.
     Poco gli stima il cavalliero adorno,
     Ed ora questi ed or quelli altri caccia;
     Così gran parte è passata del giorno,
     Perchè la gente che seguia la traccia
     Crescendo ne venìa di mano in mano:
     Ecco gionto è Torindo e il Caramano.

29 Prima gionse Torindo a gran baldanza:
     Con l’asta bassa Brandimarte imbrocca,
     E spezzò sopra al scudo la sua lanza;
     Ma Brandimarte ad una spalla il tocca,
     E quasi lo partì insino alla panza,
     E dello arcione a terra lo trabocca.
     Vedendo quel gran colpo il Caramano
     Volta il destriero e fugge per il piano.

30 Ma quel fuggire avria poco giovato,
     Se non avesse avuto a volar piume.
     Venne la notte, e il giorno era passato,
     Nè per quel loco si vedea più lume;
     E ’l Caramano avanti era campato,
     Natando per paura un grosso fiume;
     Poi molte miglia per le selve ombrose
     Andò fuggendo ed al fin se nascose.