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orlando innamorato |
[St. 27-30] |
Levando alto a due mano il brando nudo,
Mena con furia al mezo della testa.
Or lui coperto avea l’elmo col scudo:
Nè l’un nè l’altro quel gran colpo arresta,
Chè il scudo e l’elmo ruppe il brando crudo,1
E cadde Menadarbo alla foresta,
Partito dalla fronte insino ai denti;
Or vi so dir che gli altri avean spaventi.
Ma non di manco gli stavano intorno,
E chi lancia da longi e chi minaccia.
Poco gli stima il cavalliero adorno,
Et ora questi et or quelli altri caccia;
Così gran parte è passata del giorno,
Perchè la gente che seguia la traccia
Crescendo ne venìa di mano in mano:
Ecco gionto è Torindo e il Caramano.
Prima gionse Torindo a gran baldanza:
Con l’asta bassa Brandimarte imbrocca,
E spezzò sopra al scudo la sua lanza;
Ma Brandimarte ad una spalla il tocca,
E quasi lo partì insino alla panza,
E dello arcione a terra lo trabocca.
Vedendo quel gran colpo il Caramano
Volta il destriero e fugge per il piano.
Ma quel fuggire avria poco giovato,
Se non avesse avuto a volar piume.
Venne la notte, e il giorno era passato,
Nè per quel loco si vedea più lume;
E ’l Caramano avanti era campato,
Natando per paura un grosso fiume;
Poi molte miglia per le selve ombrose
Andò fuggendo et al fin se nascose.
- ↑ Ml. e P. rompe; Mr. rope.