Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
302 | orlando innamorato | [St. 11-14] |
11 Come Ranaldo quindi era partito
Per gire in Franza, ed Astolfo e Dudone;
E ciò che prima e poscia era seguito
Li disse Orlando a ponto per ragione.
La dama, benchè il tutto avesse odito,
Pure ascoltando che il figlio d’Amone
Era tornato in Franza al suo paese,
De rivederlo ancor tutta se accese.
12 Onde cominciò il conte a confortare,
Mostrando a lui per diverse cagione
Come doveva in Francia ritornare;
E che ormai più dentro a quel girone
Non è vivanda che possa durare,
Sì che star non vi può lunga stagione,
Ed è bisogno aritrovar rimedio
Onde si campi for di quello assedio.
13 E che ella seco ne volea venire,
Ove ad esso piacesse, in ogni loco.
Or quivi non fu già molto che dire,
Nè il conte vi pensò troppo nè poco;
Ma quella notte se ebbero a partire,
E nella rocca in molte parte il foco
Lasciarno, che alle torre e nei merli arda,
Per dimostrar che ancor vi sia la guarda.
14 E poi per l’aria scura e tenebrosa
Tutto passarno senza impaccio il campo;
Ma possa che ogni stella fu nascosa,
E del giorno vermiglio apparbe il lampo,
Non gli coprendo ormai la notte ombrosa,
Pigliâr rimedio ed ordine al suo scampo:
Tutta lor compagnia forse è da venti,
Tra dame e cavallieri e lor sargenti.
12. P. oramai, — 15. T. e Mr. a ritrovar. — 2S. MI. e Mr. aparbe,
■^. T., MI. e Mr. gli comprende, — 32. MI, sargenti.