[St. 39-42] |
libro ii. canto xvii |
291 |
Andava Brandimarte e il conte Orlando
Per ritrovare Angelica al girone,
Sì come io vi contava alora quando
Lasciò Ranaldo Astolfo con Dudone;
Or là ritorno e dico, seguitando,
Che in diversi paesi e regïone
Per aventure strane ebber che fare,
Come io vi voglio a ponto racontare.
Insieme cavalcando una matina
In India, se trovarno ad un gran sasso,
Ove presso a una fonte una regina
Tenea piangendo forte il viso basso;
Sopra ad un ponte che quivi confina,1
Guardava un cavalliero armato il passo.
Fermârsi e’ duo baron, pur con pensiero
Di aver battaglia con quel cavalliero.
Ma ciascun d’essi, io dico il paladino
E Brandimarte, in prima volea gire;
E, standosi in contesa, un peregrino
Col suo bordone in man vedon venire.
Quel mostrava aver fatto un gran camino,
E passandosi via senz’altro dire,
Più non pensando, al ponte se ne entrava,
Ma il cavallier di là forte cridava:
Tòrnati adietro, se non vôi morire,
Tòrnati adietro, cridava, poltrone,
Chè non è cavallier di tanto ardire,
Qual commettesse tanta fallisone!2
Se tu non torni, io te farò partire
Con sì fatto combiato, vil giottone,
Che mai non vederai ponte nè sasso
Qual non te torni a mente questo passo.
- ↑ T., Ml. e Mr. fonte.
- ↑ Ml. e Mr. questa f.