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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Assembrava in Levante il re Gradasso,
In Ponente Marsilio, il re di Spagna,
Che ad Agramante ha conceduto il passo,
Et esso è in mezo giorno alla campagna.
Tutta Cristianitate anco è in fraccasso,
La Francia, l’Inghilterra e la Allemagna;
Nè Tramontana in pace se rimane:
Vien Mandricardo, il figlio de Agricane.
Tutti vengono adosso a Carlo Mano
Da ogni parte del mondo, a gran furore;
Allor fia pien di sangue il monte e il piano,
E se odirà nel cel l’alto romore;
Ma nel presente io me affatico in vano,
Chè a questo fatto io non son gionto ancore,
E, volendol chiarire, egli è mestiero
Prima che io conti il tutto di Rugiero.
Il qual lasciai in su il destriero armato,
Con Balisarda il bon brando a gallone,1
Qual già fu con tale arte fabricato,
Che taglia incanto et ogni fatasone;
Or, perchè il fatto ben vi sia contato,
Che l’intendiati a ponto per ragione,
Quel torniamento de che vi contai,
Era nel prato più caldo che mai.
Chè Pinadoro, il re de Constantina,
E il re di Nasamona, Pulïano,
Veggendo de Agramante la ruina,
Qual solo abatte la sua schiera al piano
(Chè il re di Bolga e di Bellamarina,
E quel d’Arzila con quel di Fizano,
Qual d’urto avea atterrato e qual di spada,
E ben tra gli altri se facea far strada;