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280 | orlando innamorato | [St. 55-58] |
Il mondo non avea più bel destriero,
Sì come in altro loco io vi contai.
Poi che ebbe adosso il giovane Rugiero,1
Più vaga cosa non se vidde mai.
E, mirando il cavallo e il cavalliero,
Se penarebbe a iudicare assai
Se fosser vivi, o tratti dal pennello,
Tanto ciascuno è grazïoso e bello.
Era il destrier ch’io dico, granatino:
Altra volta descrissi sua fazone.
Frontalate il nomava il Saracino,
Qual lo perdette ad Albraca al girone;
Ma Rugier possa l’appellò Frontino,
Sin che sieco fu morto il bon ronzone;
Balzan, facciuto, e biondo a coda e chiome,2
Avendo altro segnore, ebbe altro nome.
Quel che facesse il giovanetto fiero
Sopra questo ronzon di che vi conto,
E come sparpagliasse il gran torniero,
Quando nel prato subito fu gionto,
Più largo tempo vi farà mestiero,
Onde al canto presente faccio ponto;3
E nel seguente conterovi a pieno
Come il fatto passò, nè più, nè meno.