[St. 63-66] |
libro ii. canto i |
19 |
Grande era giù tra quelli il ragionare,1
Ma il re Agramante, stendendo la mano,
Pose silenzio a questo contrastare;
Poi con parlar non basso e non altano
Disse: Segnor, io pur voglio passare
In ogni modo contra a Carlo Mano,
E voglio che ciascun debbia venire,
Ch’io soglio comandar, non obedire.
Nè vi crediate, poi che la corona
Serà di Carlo rotta e dissipata,
Aver riposo sotto a mia persona.2
Vinta che sia la gente battizata,
Adosso a li altri il mio cor se abandona,3
Fin che la terra ho tutta subiugata;
Poi che battuta avrò tutta la terra,4
Ancor nel paradiso io vo’ far guerra.
Or chi vedesse Rodamonte il grande
Levarsi allegro con la faccia balda,
— Segnor, dicendo, il tuo nome si spande
In ogni loco dove il giorno scalda;
Et io te giuro per tutte le bande
Tenir con teco la mia mente salda;
In celo e ne l’inferno il re Agramante
Seguirò sempre, o passarogli avante.
Questo affirmava il re di Tremisona,5
Sempre seguirlo per monte e per piano:
Alzirdo ha nome, et ha franca persona.
Questo affirmava il forte re de Orano,
Che pur quello anno avea preso corona;
E ’l re de Arzila, levando la mano,
Promette a Macometto e giura forte
Seguire il suo segnor sino alla morte.
- ↑ Mr. gia gli lor ragionare.
- ↑ Ml. a mia.
- ↑ Ml. ali altri.
- ↑ T. e Ml. battuta.
- ↑ T. e Mr. firmava.