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orlando innamorato |
[St. 31-34] |
Molti altri ancora che io non vo’ contare,1
Che aspetto a dirli poi più per bell’agio:
E’ nomi e l’arme lor vo’ divisare,
Quando faranno in Francia il gran passagio.
Ma voglio nel presente seguitare
Del torniamento fatto al bel rivagio
Tra que’ re saracini a gran furore,2
Ove mostra Agramante il suo valore.
Alla sinistra e alla destra si volta,3
E questo abatte e quello urta per terra,
Facendo col destriero aprir la folta,
E l’uno al braccio e l’altro a l’elmo afferra.
Tutta sua compagnia stava ricolta,
E lui soletto fa cotanta guerra:
Per dimostrar la sua fortezza et arte
Gli altri suoi tutti avea tratti da parte.
E prese il re de Arzila nel cimiero,
Al suo dispetto lo trasse d’arcione,
E non ritrova re nè cavalliero
Qual sieco durar possa al parangone.
Stava nel sasso a riguardar Rugiero
Questa sembraglia, a lato a quel vecchione;
A lato a quel vecchion che l’ha nutrito,
Stava mirando il giovanetto ardito.
Ma per l’altezza lontano era un poco
Ove quelle arme son meschiate al piano,
E per gran doglia non trovava loco,
Battendo e piedi e stringendo ogni mano;
Et avea il viso rosso come un foco,
Pregando pure il negromante in vano
Che giù lo ponga, e ripregando spesso,
Sì che quel gioco più vegga di presso.4
- ↑ T. e Ml. cantare.
- ↑ Mr. quei saracini.
- ↑ Ml. et a d.
- ↑ Ml., Mr. e P. dipresso.