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274 orlando innamorato [St. 31-34]

         Molti altri ancora che io non vo’ contare,1
     Che aspetto a dirli poi più per bell’agio:
     E’ nomi e l’arme lor vo’ divisare,
     Quando faranno in Francia il gran passagio.
     Ma voglio nel presente seguitare
     Del torniamento fatto al bel rivagio
     Tra que’ re saracini a gran furore,2
     Ove mostra Agramante il suo valore.

         Alla sinistra e alla destra si volta,3
     E questo abatte e quello urta per terra,
     Facendo col destriero aprir la folta,
     E l’uno al braccio e l’altro a l’elmo afferra.
     Tutta sua compagnia stava ricolta,
     E lui soletto fa cotanta guerra:
     Per dimostrar la sua fortezza et arte
     Gli altri suoi tutti avea tratti da parte.

         E prese il re de Arzila nel cimiero,
     Al suo dispetto lo trasse d’arcione,
     E non ritrova re nè cavalliero
     Qual sieco durar possa al parangone.
     Stava nel sasso a riguardar Rugiero
     Questa sembraglia, a lato a quel vecchione;
     A lato a quel vecchion che l’ha nutrito,
     Stava mirando il giovanetto ardito.

         Ma per l’altezza lontano era un poco
     Ove quelle arme son meschiate al piano,
     E per gran doglia non trovava loco,
     Battendo e piedi e stringendo ogni mano;
     Et avea il viso rosso come un foco,
     Pregando pure il negromante in vano
     Che giù lo ponga, e ripregando spesso,
     Sì che quel gioco più vegga di presso.4

  1. T. e Ml. cantare.
  2. Mr. quei saracini.
  3. Ml. et a d.
  4. Ml., Mr. e P. dipresso.