[St. 19-22] |
libro ii. canto xvi |
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Ora per lo annelletto era scoperto,
Che a sua presenzia ogni incanto guastava,
Onde ciascun di lor tenne per certo
Che là Rugier di sopra dimorava.
Quando Atalante, quel vecchione esperto,
Vidde la gente che là su mirava,
Dolente for di modo entra in pensiero
De aver già perso il paladin Rugiero.
E va de intorno e non sa che si fare
A ritenere il giovene soprano;
Sempre piangendo lo attende a pregare
Che non discenda in modo alcuno al piano.
Ma il re Agramante pur stava a mirare,
E tutti gli altri, quel gran sasso in vano;
Non sa che fare alcun, nè che se dire:
Lì su senza ale non si può salire.1
Brunello, il novo re de Tingitana,
Poi che salire assai se fo provato,
E che sua forza e sua destrezza è vana,
Tanto era lisso quel vetro incantato,
Posesi alquanto in su la terra piana,
Et avendo fra sè molto pensato,
Levossi in piedi e disse: Iddio ne lodo,
Chè aver Rugiero ho pur trovato il modo.
Ma bisogna che tutti me aiutati,
E che il mio dir sia fatto a compimento.
Cento di voi, sì come seti armati,
Cominciareti insieme un torniamento,
E quanto più potete, vi provati
Mostrar alto valore et ardimento,2
Urtandovi l’un l’altro alla travaglia
Con trombe e corni, a guisa di battaglia.