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orlando innamorato |
[St. 31-34] |
Così parlando andava il re pagano,
E non sapendo a ponto quel vïaggio,
Nel far del giorno gionse in un bel piano1
Là dove un cavallier veniva adaggio;
E Rodamonte con parlare umano
Dimandò al cavalliero in suo lenguaggio
Quanto indi fusse alla selva de Ardena,
Se lo sapesse, e qual strata vi mena.
Rispose prestamente il cavalliero:
— Nulla te so contar di quel camino,
Perchè io, sì come tu, son forastiero,
E vo piangendo, misero e tapino,
Non riguardando strata nè sentiero,
Ma dove mi conduce il mio destino,
A strugimento, a morte, a ogni dolore,
Poi che se piace al deslïale amore.
Perchè sappiati il fatto ben compiuto,
Quel cavallier che fa tal lamentanza
Dolendosi de amore, è Feraguto,
Che fu al suo tempo un raggio di possanza;
Et ora travestito era venuto
Nascosamente nel regno di Franza,
Sol per saper, quella anima affocata,
Se giamai fusse Angelica tornata.
Egli anco amava quella damigella,
Come potesti odir primeramente,
E non potendo aver di lei novella,
Benchè ne dimandasse ad ogni gente,
Or per questa ventura et or per quella
Se consumava dolorosamente,
E giorno e notte non avia mai bene,
Sempre languendo e sospirando in pene.
- ↑ T. nel bel; Mr. in bel.