Pagina:Boiardo - Orlando innamorato II.djvu/26

16 orlando innamorato [St. 51-54]

         Cognosco Gano e cognosco il Danese,
     Che fu pagano, e par proprio un gigante;
     Re Salamone e Oliviero il marchese,1
     Ad uno ad un lor gente tutte quante.
     Nui se trovamo seco alle contese,
     Quando passò tuo avo, il re Agolante;
     Io gli ho provati: possote acertare
     Che ’l bon partito è de lasciargli stare.

         Parlò in tal forma quel vecchio canuto,
     Quale io ve ho racontata, più nè meno.
     Il re de Sarza fu un giovane arguto:
     Questo era il figlio del forte Ulïeno,
     Maggiore assai del patre e più membruto.
     Nullo altro fu d’ardir più colmo e pieno;
     Ma fu superbo et orgoglioso tanto,
     Che disprezava il mondo tutto quanto.

         Levossi in piede e disse: In ciascun loco
     Ove fiamma s’accende, un tempo dura,
     Piccola prima, e poi si fa gran foco;
     Ma come viene al fin, sempre se oscura,
     Mancando del suo lume a poco a poco.
     E così fa l’umana creatura,
     Che, poi che ha di sua età passato il verde,
     La vista, il senno e l’animo si perde.2

         Questo ben chiar si vede nel presente
     Per questi duo che adesso hanno parlato,
     Perchè ciascun di lor già fu[r] prudente,
     Ora è di senno tutto abandonato,
     Tanto che niega al nostro re potente,
     Quel che, pregando ancor, gli ha dimandato;
     Così dà sempre ogni capo canuto
     Più volentier consiglio che lo aiuto.

  1. P. ed Olivier marchese.
  2. P. e il senno.