[St. 47-50] |
libro ii. canto i |
15 |
Sol per duo modi in Franza pôi passare:
Quei lochi ho tutti quanti già cercati.
L’uno è verso Acquamorta il dritto mare:1
Partito serìa quel da disperati,
Chè, come in terra vogli dismontare,
Staranno al litto e Cristïani armati,
Tutti ordinati nel suo guarnimento:
Dece di lor varran de’ nostri cento.
Par l’altro modo più convenïente,
Passando giù nel stretto al Zibeltaro:2
Marsilio re di Spagna, il tuo parente,
Avrà questa tua impresa molto a caro,
E teco ne verrà con la sua gente,
Nè avrà Cristianitate alcun riparo.
Così se dice, ma il mio core estima
Che più serà che fare al fin, che prima.
Nella Guascogna scenderemo al piano,3
E quella gente poneremo al basso;
Ma qui ritrovaremo a Montealbano
Ranaldo il crudo, che diffende il passo.
Dio guardi ciascadun dalla sua mano!
Non si può contrastare a quel fraccasso;
Poi che l’avrai sconfitto e discacciato,
Ancor te assalirà da un altro lato.
Carlo verrà con tutta la sua corte:
Non è nel mondo gente più soprana.
Nè stimar che sian dentro da le porte,
Ma sotto alle bandiere, in terra piana.
Verrà quel maladetto che è sì forte,
Che ha il bel corno d’Almonte e Durindana:
Non è riparo alcuno a sua battaglia,
Chè ciò che trova, con la spada taglia.
- ↑ Mr. omm. è.
- ↑ T., Ml. e P. al Zibeltaro.
- ↑ T. Guascoma (Guasconia?); Mr. Guascona.