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[St. 47-50] libro ii. canto xiii 225

47 Ciascun guardava il viso colorito,
     Ma non la cognosceano assai nè poco,
     Eccetto Orlando e Brandimarte ardito:
     Lor duo l’avean veduta in altro loco.
     Questa gabbò già il suo vecchio marito
     (Non so se ve amentati più quel gioco),
     Quando fu presa con le palle d’oro;
     E lei ne fece poi doppio ristoro,

48 Facendo Ordauro sotterra venire,
     Che istoria non fu mai cotanto bella.
     Voi la sapeti e più non la vo’ dire,
     Se non contarvi che questa donzella
     Brandimarte la trasse di martìre,
     Nè alor sapea che fusse sua sorella,
     Quando da lui e dal conte de Anglante
     Occisi fôr Ranchera ed Oridante.

49 E quivi la cognobbe per germana,
     Abbracciandosi insieme con gran festa,
     E ramentando a lei l’erba soprana
     Che già l’avea guarito della testa,
     Quando Marfusto a lato alla fontana
     L’avea ferito con tanta tempesta;
     Ed altre cose assai che io non diviso
     Dicean tra lor con festa e zoia e riso.

50 Dapoi che molti giorni fôr passati,
     Che tutti consumarno in suono e in danza,
     Dudone una matina ebbe chiamati
     Tutti quei cavallieri in una stanza,
     Narrando a loro e populi adunati
     Con Agramante per passare in Franza,
     E come era già armato mezo il mondo
     Per por re Carlo e i Cristïani al fondo.

3. MI. e Mr. Exeepto. — 28 Mr. in gotto in. — 32. MI. e T. por Re.

J)<>iAiiDo, Orlando innamortUg. Voi. II, ^•^