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orlando innamorato |
[St. 27-30] |
Sopra ogni fata è quel Demogorgone
(Non so se mai lo odisti racontare),
E iudica tra loro e fa ragione,
E quello piace a lui, può di lor fare.1
La notte se cavalca ad un montone,
Travarca le montagne e passa il mare,
E strigie e fate e fantasime vane
Batte con serpi vive ogni dimane.
Se le ritrova la dimane al mondo,
Perchè non ponno al giorno comparire,
Tanto le batte a colpo furibondo,2
Che volentier vorian poter morire.
Or le incatena giù nel mar profondo,
Or sopra al vento scalcie le fa gire,
Or per il foco dietro a sè le mena,
A cui dà questa, a cui quella altra pena.
E però il conte scongiurò la fata
Per quel Demogorgon che è suo segnore,
La qual rimase tutta spaventata,
E fece il giuramento in gran timore.
Fuggì nel fondo, poi che fu lasciata;
Orlando e Zilïante uscirno fuore,
E trovâr Fiordelisa ingenocchione,
Che ancor pregava con divozïone.
Lei, poi che entrambi fuor li vide usciti,
Molto ringrazïava Iddio divino;
E caminando insieme, ne fôr giti
Insino al mar che quindi era vicino.
Poscia che nella nave fôr saliti,
Con vento fresco entrarno al lor camino,
Fendendo intra levante e tramontana
Sin che son gionti a l’Isola Lontana.
- ↑ P. quel che.
- ↑ P. al colpo.