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[St. 39-42] libro ii. canto i 13

         Magnanimo segnor, disse il vecchione,
     Tutte le cose de che se ha scïenzia,
     O ver che son provate per ragione,
     O per exempio, o per esperïenzia;
     E così, rispondendo al tuo sermone,
     Dapoi ch’io debbo dir la mia sentenzia,
     Dirò che contra del re Carlo Mano
     Il tuo passaggio fia dannoso e vano.

         Et evi a questo ragion manifesta.1
     Carlo potente al suo regno si serra,2
     Et ha la gente antiqua di sua gesta,
     Che sempre sono usati insieme a guerra;
     Nè, quando la battaglia è in più tempesta,
     Lasciarìa l’un compagno l’altro in terra;
     Ma a te bisogna far tua gente nova,
     Qual con l’usata perderà la prova.

         Esempio ben di questo ci può dare
     Il re Alexandro, tuo predecessore,
     Che con gente canuta passò il mare,
     Ma insieme usata con tanto valore.
     Dario di Persia il venne a ritrovare,
     E messe molta gente a gran romore:
     Perchè l’un l’altro non recognoscia,
     Morta e sconfitta fu quella zinia.

         La esperïenzia voria volentieri
     Poterla dimostrare in altra gente
     Che nella nostra, perchè Caroggieri,
     Qual del bisavol tuo fu discendente,3
     Passò in Italia con molti guerreri.
     Tutti fôr morti con pena dolente:
     Fu morto Almonte e Agolante il soprano,
     E dopo tutti il tuo patre Troiano.

  1. T. e Mr. Et cui; P. È qui.
  2. Ml. Carlo a ponente el.
  3. Ml. dil besavol; Mr. di besave; P. di bisavol.