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orlando innamorato |
[St. 3-6] |
Et io seguir la voglio ove io lasciai,
Anci tornare a dietro, per chiarire
De le due dame, quale io vi contai;
L’una era al lago, l’altra ebbe a venire.
Or per voi stessi non sapresti mai
Chi fosser queste, non lo odendo dire;
Ma io vi narrerò la cosa piana:
Quella dal drago morto era Morgana,
E l’altra è Fiordelisa, quella bella
Che fu da Brandimarte tanto amata.
Di questa vi dirò poi la novella,
Ma torno prima a quella della fata;
La qual, perchè era de natura fella,
Sopra del lago a quella acqua incantata,
Ove nel fondo fu Aridano occiso,
Aveva poi pigliato uno altro aviso.
Perchè con succi de erbe e de radice
Còlte ne’ monti a lume della luna,
E pietre svolte de strana pendice,1
Cantando versi per la notte bruna,
Cangiato avea la falsa incantatrice
Quel giovanetto in sua mala fortuna,
Io dico Zilïante, e fatto drago,
Per porlo in guardia al ponte sopra al lago.
Et avea tramutata sua figura,
Acciò che quella orribile apparenzia
Sopra del ponte altrui ponga paura;
Ma, fusse o per l’error de sua scienzia,
O per strenger lo incanto oltra misura,
Ebbe il garzone estrema penitenzia,
Perchè, come tal forma a ponto prese,
Gettò un gran crido, e morto se distese.